Fornaci di Borghetto Lodigiano – Corte S. Andrea, 10 km
Questa tappa è di tutto riposo poiché ormai siamo al cospetto del Po.
Stiamo scendendo verso le terre basse del Lodigiano, dove anticamente si incrociavano le strade provenienti dal Piacentino e dirette a Milano, a Pavia, a Cremona, dove il regime delle acque rimaneva a lungo instabile, dove il Po minacciava da vicino gli abitati con i suoi mutevoli stati d’animo traducibili in rovinose alluvioni, dove i tanti pellegrini diretti verso Roma si trovavano smarriti, dove, ancora, gli imperatori germanici, proprio per la convergenza di tante strade, avevano l’uso di impiantare le loro periodiche diete per dirimere le questioni politiche più importanti con i non sempre accomodanti sudditi italiani.
La tappa, fra l’altro, prevede una variante o, meglio, un’alternativa.
Giunti infatti sull’argine del Lambro, dopo aver attraversato con cautela la trafficata strada statale 234, ci sono due alternative:
– proseguire per raggiungere subito Corte S. Andrea
– deviare a sinistra per toccare dapprima Orio Litta.
Se seguiamo quest’ultimo suggerimento ci troveremo, nell’abitato di Orio, di fronte alla maestosa sei-settecentesca Villa Litta Carini, il cui scomparso giardino si affacciava a terrazze sulla valle del Po.
Il cammino si chiude a Corte S. Andrea, articolato complesso colonico, citato nell’itinerario romeo del vescovo Sigerico del 990 (un cippo, sulla sponda del Po, evoca il ‘passo’ del fiume) e, ancora prima, in documenti dell’887 quando la vedova di Ludovico II ne fece dono al monastero di S. Sisto di Piacenza.
Su un arco d’accesso della corte si scorgono gli stemmi delle famiglie che ebbero la corte in periodi più vicini a noi: D’Este, Belgioioso, Trivulzio.
Il traghetto, oggi una barca a motore e non le precarie zattere di un tempo, collega la sponda lombarda con la piacentina lungo la Via Francigena (Transitum Padi di Corte S. Andrea).